“La camera di consiglio” il film sul Maxiprocesso con Sergio Rubini e Massimo Popolizio, in anteprima a Roma

Prodotto da Armosia e Master Five Cinematografica con Rai Cinema, il film racconta la camera di consiglio più lunga della storia giudiziaria italiana

A cura di Redazione
15 ottobre 2025 09:10
“La camera di consiglio” il film sul Maxiprocesso con Sergio Rubini e Massimo Popolizio, in anteprima a Roma  -
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Verrà presentato in anteprima fuori concorso nella sezione Freestyle alla Festa del Cinema di Roma La camera di consiglio, il nuovo film di Fiorella Infascelli con protagonisti Sergio Rubini e Massimo Popolizio accanto a un cast corale, che uscirà al cinema il 20 novembre con Notorious Pictures.

Prodotto da Armosia e Master Five Cinematografica con Rai Cinema, il film racconta la camera di consiglio più lunga della storia giudiziaria italiana: 36 giorni in cui 8 giurati, blindati in un appartamento-bunker nel carcere dell’Ucciardone, dovettero decidere condanne e assoluzioni per 470 imputati del Maxiprocesso di Palermo.

Il Maxiprocesso, celebrato alla fine degli anni ’80, rappresenta una delle pagine più decisive della storia della Repubblica: per la prima volta lo Stato riuscì a infliggere una condanna collettiva a Cosa Nostra, riconoscendo l’esistenza dell’organizzazione mafiosa come struttura unitaria. Un momento di svolta giudiziaria e civile che ha cambiato per sempre la storia del Paese.

Un racconto corale con al centro il Presidente della giuria (Sergio Rubini) e il Giudice a latere (Massimo Popolizio), affiancati da Betti Pedrazzi, Roberta Rigano, Anna Della Rosa, Stefania Blandeburgo, Rosario Lisma e con Claudio Bigagli.

La sceneggiatura, firmata da Fiorella Infascelli e Mimmo Rafele con la collaborazione di Francesco La Licata, è stata sviluppata con la consulenza di Pietro Grasso, giudice a latere del Maxiprocesso.

Girato interamente in interni, La camera di consiglio adotta un’impostazione scenica teatrale, che restituisce la tensione e l’isolamento di quei giorni. L’opera si distingue inoltre per l’utilizzo dei materiali di repertorio, capaci di collocare le vicende dei giurati dentro un quadro storico e civile più ampio.

Non semplicemente un film “sulla mafia”, ma un’opera che riflette sul concetto di legge e giustizia, sull’esperienza umana e civile di chi fu chiamato a decidere il destino di centinaia di imputati, in una delle prove più alte e drammatiche della democrazia italiana.

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